Circolo

"Pio La Torre"

Alliste

mercoledì 31 marzo 2021 18.25.35

Prima pagina

Costituzione

Alliste

Sinistra

Politica

Economia

Sinistra

Bagnoli

Di Pietro non può colmare il vuoto lasciato dalla Sinistra

Articolo pubblicato sul sito nazionale di Sinistra Democratica e sul sito nazionale di Sinistra e Libertà

25/09/2009

“Sinistra e Libertà” non è un partito? Allora voto Di Pietro!

Fra i delusi dell’Assemblea di Bagnoli del 20 settembre ho letto questo commento. Quindi Di Pietro come male minore fra il PD e la mancata fondazione del nostro partito.

Invece, dobbiamo ammettere una volta tanto, che all’Assemblea di Bagnoli abbiamo assistito a degli interventi realistici da parte dei dirigenti. ci hanno risparmiato  dichiarazioni roboanti, come quelle buttate a secchiate alla Fiera di Roma del dicembre del 2007. In quell'occasione mi rimase impresso un passaggio dell’intervento di Diliberto che disse “Se oggi Berlinguer fosse vivo sarebbe alla nostra testa. Compagni indietro non si torna” (sic!). Tornammo a casa illusi che la ragionevolezza avesse d’improvviso illuminato i leaderini dei partitini. Invece subito dopo si capì che questi soggetti rancorosi stavano lavorando al tanto peggio tanto meglio.

Invece il realismo che ha permeato l’Assemblea di Bagnoli può anche darsi che sfoci in un nulla di fatto, ma il 20 settembre, almeno,  come militanti portiamo a casa la consapevolezza che il “gruppo dirigente” ci rispetta e ha detto pane al pane e vino al vino. Sappiamo che se vogliamo costruire un partito ci sarà bisogno di tanto lavoro, di tanti passi indietro soprattutto, di azzeramento di ceti burocratici che hanno distrutto con la loro presunzione il legame forte che c’era fra società  e sezioni, ridotte,  laddove esistono, in ghetti. 

Può Di Pietro sostituire la sinistra? Vero è che Di Pietro ha fatto incetta di voti di sinistra, molto più del PD, ma Di Pietro con la sinistra centra poco o nulla ed è, insieme a Veltroni, uno degli artefici del cannibalismo  subito dalla sinistra. Tutto ciò non significa che le prese di posizione di IDV non siano condivisibili, quando parla di regole democratiche massacrate da Berlusconi, di leggi ad personam, di furbi dritti e onesti fessi, ma la sinistra è altro rispetto a Di Pietro. Fra l’altro Di Pietro è colui che disse che ha molte cose in comune con Tabacci, mentre non ha niente in comune con la sinistra: non dimentichiamo che Tabacci milita nel partito di Casini e che nel partito di Casini c’è un parlamentare che si chiama Cuffaro.

Partiamo dall’idea che non esistono scorciatoie per fare un partito, che poi comunque deve affrontare il banco di prova delle elezioni, che il terreno è scivoloso perché  i capi (anche verso i nostri è sbagliato fare atti di fede) fanno presto a trovare un altro partito che li accolga a braccia aperte. Il tema che rimane però sul tappeto è un altro: davvero un mercato del lavoro  governato dalle regole della precarietà potrà essere il modello del futuro sviluppo economico? davvero la scuola di classe  potrà essere il modello di istruzione del futuro? davvero il sistema radiotelevisivo e dell’informazione in genere può essere concentrato nelle mani del governo? davvero alcuni reati non potranno essere perseguiti perché depenalizzati o derubricati? davvero il lavoratore continuerà ad essere responsabile per gli incidenti nei quale rimane coinvolto? davvero si allungherà l’età pensionabile all’infinito, perché i contributi servono per coprire altri buchi? davvero si crede che lo statuto dei lavoratori sia un freno allo sviluppo? davvero le assemblee elettive saranno infarcite di onorevoli di giorno e belle di notte? davvero mentre tutti gli altri  paesi almeno si interrogano su rapporto che passa tra ecologia e sviluppo, l’Italia in materia non ha né  idee né  intenzione di porsi il problema? davvero il diritto alla salute potrà continuare a non essere più garantito? davvero l’Italia scivolerà lungo la deriva razzista? davvero il capitalismo in Italia continuerà a mostrare il suo volto peggiore? davvero questo paese potrà continuare a depenalizzare i reati dei ricchi e a inferocirsi sui reati dei poveri? davvero lo scempio edilizio del territorio potrà continuare all’infinito?   davvero concussori e corruttori potranno contare sull’impunità per sempre? davvero su questioni etiche, fine vita, diritti civili la politica non darà alcuna risposta perché tutti i partiti presenti in parlamento contengono tutto e il contrario di tutto? Questi sono i nodi che prima o poi la storia dovrà risolvere. Ma su molti di questi interrogativi Di Pietro o ha una risposta di destra da dare o non ha nessuna risposta, perché quello di Di Pietro non è un partito ma un movimento di “cattiva opinione” su Berlusconi, rispettabile e condivisibile, ma un pò pochino per essere partito e per accogliere i voti del popolo di sinistra. .

La crisi economica che attanaglia il paese è un potente viatico per le politiche clientelari che la destra gestisce in modo mirabile, fonte del suo successo elettorale. Il partito democratico, che dalla sua costituzione ad oggi, e chissà per quanto tempo ancora, è inchiodato a diatribe interne e nemmeno più riesce a nascondere che è il frutto di un pessimo matrimonio di interesse, ha dato il peggio di se stesso proprio nella nostra regione, la Puglia, sferrando un potente e dolorosissimo calcio negli stinchi a Vendola e alla sinistra tutta intera, facendo gongolare Fitto, della cui richiesta di arresto respinta dal parlamento nessuno più ne parla.   

Per questo, anche a noi che siamo impazienti, non ci interessa essere solo testimoni viventi di un mondo migliore che pure è possibile, e nemmeno vogliamo più essere soltanto eccezioni politiche  in uno scenario politico popolato da mascalzoni, ma ci interessa rappresentare una parte della  società, ecco perché partito. Un partito che rappresenti la più larga parte della società, quella degli esclusi e quella di chi è a continuo rischio di esclusione,  facendo capire che quanto più questo partito riuscirà a far includere gli esclusi, tanto minore sarà il rischio per chi oggi è incluso di vedersi domani  escluso.

Questo non è, e non potrà mai esserci,  nell’agenda politica di Di Pietro mentre Berlusconi è solo uno dei volti, forse fra i più sgradevoli,  con i quali si presenta la destra.

Statistiche gratis