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Comune di Alliste. Perché l’Assessore Francesco Cazzato non è più assessore?

L’argomento discusso in due consigli comunali ha avuto due risposte diverse.

Verba volant, e la scripta? Anche!

27/09/2009

Così il sindaco di Alliste ha trasformato una frase del discorso di Caio Titus, che è diventato un proverbio.

Le parole volano, gli scritti rimangono. Caio Titus invitava così alla prudenza nello scrivere o nel pronunciare parole che rimangono scritte.

Ma cosa volete che sia la saggezza antica di fronte alla nouvelle vague della politica? Nella politica moderna non esiste né il passato e nemmeno il futuro. Esiste solo il presente e ciò che stato detto ieri non conta più oggi e così anche sarà domani. Basta cavarsela.

Lunedì 14 settembre ci siamo ritrovati in consiglio comunale, organo talmente inutile che i banchi dell’aula consiliare sui quali eravamo seduti, al tatto,  ci hanno fatto sentire i granelli di polvere. Il tavolo sul quale era poggiata la strumentazione dello stenotipista, colui che trascrive gli interventi dei consiglieri, di originale colore blu, era coperto da  un equivocabile strato di polvere.

Quella che stiamo per raccontare è una storia minima, secondaria, ma dà l’idea del valore attribuito alle parole, alle proprie parole da qualcuno. Un altro proverbio, frutto dell’antica saggezza, dice: “ le parole sono pietre, una volta pronunciate non possono tornare più indietro”. Un po’ quello che il Manzoni fece dire ad Agnese, a proposito dello schiaffo: “una volta che qualcuno te lo ha dato, nemmeno il papa lo può togliere”.

Il primo punto all’ordine del giorno di quel consiglio comunale, stanco e polveroso, era: “Comunicazioni del sindaco sulla giunta”. Il sindaco, crediamo di aver capito, ha informato il consiglio che l’assessore Francesco Cazzato non era più assessore. Ho chiesto di conoscere i motivi in base ai quali Cazzato non era più assessore e il sindaco ha risposto: “ Non ritengo, essendo una seduta pubblica, entrare nel merito” (sic!).

Allora ho chiesto che si discutesse sull’argomento con seduta segreta, ma sulla proposta ha glissato, sicché, ha concluso il sindaco: “ Io le potrei semplicemente dire che è venuto meno il rapporto fiduciario nei confronti dell’assessore Cazzato”. E in effetti questa poteva essere una risposta accettabile.

Ma nella nostra attività di consiglieri, che nulla contano, rientra anche l’incombenza di leggere gli atti del comune, le deliberazione della giunta e del consiglio e qui mi sono imbattuto nella delibera del consiglio comunale nr.  24 del 21 luglio 2009, dove il capogruppo di maggioranza, Dr. Santanonio, è intervenuto e dopo aver tessuto le lodi sull’operato della maggioranza e soprattutto del sindaco, rivolgendosi a quest’ultimo, testualmente ha detto  “ (…), dobbiamo purtroppo prendere atto della mancata remissione della delega da parte dell’assessore Cazzato, il quale già sei mesi fa avrebbe dovuto provvedere a dimettersi per far posto al consigliere Costantini, come da accordo politico concordato nella fase preordinata alla formazione della Giunta tra tutte le componenti  della maggioranza e da te, cioè dal sindaco,  avallato. Questa situazione sta creando disagio all’interno dell’intera maggioranza e un evidente imbarazzo dialettico tra te e l’assessore Cazzato”.

Rebus sic stantibus, per usare una locuzione del gergo giuridico. È una storia minima, una storia di un consiglio comunale che non conta nulla, ma il sindaco pur di non dire ciò che era stato detto in un altro consiglio ha preferito accampare prima presupposti problemi legati alla privacy (come se la politica potesse essere mai un fatto privato, o no!) poi ha dato una risposta del tutto diversa.

La domanda è: ma se su un argomento insignificante e sul quale era già stato detto come stavano le cose si è voluta dare una versione diversa, che cosa può succedere quando invece il problema riguarda argomenti molto più seri?

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