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Scelte tecniche e scelte politiche

27/6/2011

Sull’articolo La storia? Siamo noi!”  ho ricevuto rimostranze da parte di un componente dell’Ufficio Tecnico Comunale a proposito di questa frase: “(…) godiamoci gli effetti speciali di due dirigenti dell'ufficio tecnico comunale estranei alla nostra storia,  che fanno approvare alla giunta comunale Renna questi progetti che  fanno strame di cultura e di storia…”.

Ho chiesto al tecnico di intervenire, per quanto di sua competenza, sul mio articolo ma non ha ritenuto opportuno, perché, a suo avviso, sarebbe entrato in questione squisitamente politiche e anzi mi ha invitato nel suo ufficio per dimostrarmi, atti alla mano, la regolarità “tecnica” delle opere. Il nome del tecnico non ha importanza che considero, per quello che vale la mia opinione, persona seria e corretta, rileva invece la questione che con quella frase intendevo porre, nell'ambito di un ragionamento più articolato.

Solo en passant mi permetto di ricordare che nelle elezioni amministrative del 2006 la lista che risultò vincente, fra l’altro, criticò in campagna elettorale la scelta di dirigenti e tecnici “forestieri”, salvo poi riconfermare gli stessi tecnici “forestieri” con incarico di ruolo.

Ma a parte queste polemiche spicciole, che però in campagna elettorale hanno il loro effetto, la questione posta è importante: l’ottimo tecnico corrisponde sempre all’ottimo politico? ci sono delle scelte tecnicamente ineccepibili che sono politicamente contestabili o inopportune? c’è una politica che si fa scudo della tecnica?

Il centro storico di Siena non ha alcun cavo, né di luce elettrica, né di telefono, né di altro genere perché è tutto interrato. Ho visto come venivano svolti i lavori di interramento di questi cavi: i pezzi di basolato venivano numerati, fotografati, rimossi e rimessi nello stesso posto a opera di interamento terminata.

Mi sembra che i lavori di sistemazione del basolato fatti nelle piazze di Alliste e di Felline, nella loro squadratura perfetta, somiglino molto alle piastrelle di un bagno. Credo che almeno questa critica “tecnica” si possa fare.

Piazza Orologio, ad Alliste, è stata rifatta con allargamento dei marciapiedi e conseguente restringimento del tratto carrozzabile, ma non mi sembra che vi sia alcun segnale di divieto di sosta e le macchine in transito fanno slalom fra le auto parcheggiate un po’ dove capita? Perché? La domanda è ovviamente pleonastica.

Certo in via Felline e via Antonaci, ad Alliste, vi era un problema di allagamento che oggi è stato risolto (? è quel che si vedrà a tempo debito). Ovviamente in tutto questo i tecnici hanno detto quello che dovevano dire di fronte ad un problema oggettivo. Poi è la politica che è chiamata a fare le sue scelte secondo una scala di alcuni valori: traffico,  storia,  commercio, soldi da spendere, arredo urbano,  fruizione dei luoghi,  decongestionamento di alcuni tratti di strada, e potremmo continuare.

A seconda di come i politici mettono in ordine queste “valori” si hanno le diverse “politiche” e conseguenti scelte tecniche.

Come dire, per fare un esempio: ho scelto di rendere Piazza Orologio più larga nei marciapiedi. Bene! Ma questo significa che devo mettere i divieti di sosta e multare chi contravviene. È evidente che qualcuno rimarrà danneggiato da questa “scelta politica”.

Quello che viene contestato nell’articolo su richiamato non era certo le capacità dei tecnici, ma il cerchio-bottismo della politica.

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