Circolo

"Pio La Torre"

Alliste

venerdì 25 novembre 2022

Che tempo fa

 

Prima pagina

Costituzione

Alliste

Sinistra

Politica

Economia

Giustizia

Alliste

Italia (?)  La Corte Costituzionale boccia il progetto della "regione Salento"

... regione Salento? No, grazie!

4/11/2011

La Corte Costituzionale, alla luce dell’articolo 132 della Costituzione, ha detto che l’idea di un drappello di separatisti e castaioli possa decidere l’assetto istituzionale dell’Italia è destituita di ogni fondamento.

Però la furbata era ben pensata perchè l’articolo 132 Costituzione dice, al primo comma: “Si può, con legge costituzionale, sentiti i Consigli regionali, disporre la fusione di Regioni esistenti o la creazione di nuove Regioni con un minimo di un milione di abitanti, quando ne facciano richiesta tanti Consigli comunali che rappresentino almeno un terzo delle popolazioni interessate, e la proposta sia approvata con referendum dalla maggioranza delle popolazioni stesse.”

In effetti tanti consigli comunali della regione Salento, chiamati ad esprimersi intorno a questa proposta di delibera, avevano dato il loro assenso.  Sovente, anzi nella totalità dei casi,  questo era avvenuto con l’approvazione unanime. Per cui, lancia in resta, i separatisti salentini erano scappati a Roma, destinazione Corte di Cassazione, per consegnare le delibere che puzzavano di bulgaro.

La Corte Costituzionale, decidendo del caso del Principato di Salerno quale nuova regione, ha chiarito che è meglio mangiare leggero prima di andarsi a coricare, altrimenti si possono fare sogni un po’ strani.

La nostra Sezione manifestò la sua contrarietà verso un siffatto progetto  (leggi qui), mentre il Consiglio comunale di Alliste (delibera CC nr. 42 2010) approvò a maggioranza.

In quel Consiglio comunale sedevano il Coordinatore cittadino del "movimento regione salento" (Ing. Venneri, anche vice sindaco e assessore “a qualcosa che ha a che fare con l’ufficio tecnico comunale”) e il vice-coordinatore Rag. Donatuccio Scanderebech. Per la verità, nessuno dei due aprì bocca per perorare la causa di una siffatta barzelletta.

Tale ingrato compito  toccò, invece, al sindaco. Egli, nel suo intervento disse di essere d’accordo ma anche non d’accordo. Insomma nemmeno in quel occasione, come nella famigerata delibera della concessione della scuola elementare di Felline ad una "onlus", si poté capire perché quella delibera era stata proposta. Comunque gli interventi dei consiglieri, a parte il mio che fu chiaro e netto,  erano improntati al “cerchiobottismo” perché in quel periodo la baricentrica regione Puglia stava per erogare i duemilioni di euro per il PIRP, quindi pur essendo disaccordo sul fatto di separarsi da Bari erano contemporaneamente d'accordo, o  forse no, forse si, sicuramente "ni", comunque la delibera passò.

Oggi, la Corte Costituzionale, ha ricordato che c'è una Legge (che discende da ben altra visione Politica) che non può essere travolta e piegata agli umori di chi vuole farsi un suo piccolo feudo a seconda delle convenienze elettorali. La Corte Costituzionale ha dato ragione a qualche voce dissonante e fuori dal coro che non ha avuto paura di essere tale e che aveva avvertito del pericolo politico, ma anche economico, insito in una tale deliberazione.

Dunque si diceva della furbata dei "disinteressati" promotori del referendum: un conto è proporre un referendum e raccogliere  le firme fra i cittadini  e un altro è far deliberare un numero di consigli comunali che "rappresentano" un terzo delle popolazioni interessate che, guarda caso erano situate solo nelle province scissioniste e ciò bastava secondo il loro miope punto di vista.

La Corte Costituzionale ha chiarito, invece,  che per popolazioni interessate si intende tutta la Regione e non la parte separatista.

Perchè i consigli comunali delle province scissioniste hanno poi dato la loro entusiastica adesione in maniera schiacciante a questa proposta? Può bastare l'ebbrezza della "notte della taranta" e l'orgoglio di essere famosi nel mondo per la "pizzica". E' vero "simu salentini" ma "te lu munnu simu cittadini".

I "furbetti di quella casta" che mette insieme il pranzo con la cena grazie alle assemblee elettive e alle prebende che queste distribuiscono, hanno ormai metabolizzato che le province sono un ente inutile, così a qualcuno è venuto in mente di rimettere in giro un vecchio pensiero dell’on.le Codacci-Pisanelli che, alla Costituente (contrario Aldo Moro) propose l'idea di fare una una regione nella regione.

Ammesso e non concesso che il capo della padania conosca cosa vuol dire lavoro, mi verrebbe da dire alla Bossi “ande’ a laurar” massa di inetti e mangiapane a tradimento, non vi inventate altri organismi per concedervi il lusso di non sapere nella vostra vita che cosa significa un giorno di lavoro, che cosa significa meritocrazia, ma sapete solo fare accordi sotto banco per vincere le elezioni, cioè la più truccata delle lotterie.

Chi non è disoccupato solo perchè è mantenuto dalla politica deve andare a guadagnarsi il pane con la sua bravura, in difetto non gli resta che iscriversi al cast del grande fratello (come qualcuno più previdente sta già facendo, visto che, a volte, il seggio è intrasmissibile per eredità). Poi se viene scartato perchè non ha il fisico nemmeno per queste trasmissioni demenziali, beh che dire, c'è tanta terra incolta...

Statistiche gratis