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“Legalizzare la mafia sarà la regola del duemila”

L'insopportabile arroganza del potere

21/12/2011

Di stagioni politiche ne sono passate tante, ma lo squallore, la tracotanza, l’arroganza, l’impunita indecenza con la quale si ammette pubblicamente che le cose sono andate come sono andate non si era vista nemmeno ai tempi del più protervo potere demo-craxista.

Oggi non si deve nemmeno fare lo sforzo di andare a rovistare fra gli atti. Oggi le cose non solo le scrivono, ma dicono anche: “Cosa vuoi tu? Qui c’è la legge dell’articolo quinto”.

Mai, d’altra parte, si era vista tanta genuflessa ubbidienza nella Pubblica Amministrazione.

Mai il farsi i fatti propri in pubblici atti era avvenuto così alla luce del sole.

Nell’era pre-bassanini alle magagne almeno si dava una parvenza di legalità.

Oggi, invece,  siamo nel pieno del ciclone del malcostume.

Molti non sanno che vincere un tirocinio adesso può portare ad avere un posto assicurato poi. Tutto questo avviene alla faccia della meritocrazia, sulla pelle di persone che hanno ben altri titoli e ben altri meriti che quello di avere un’informazione di prima mano.

Ognuno ha il sacrosanto diritto di aspirare ad un lavoro, ma ad ognuno deve essere garantita parità di condizioni, altrimenti non ci sarà argine alla deriva degli intrallazzi, del nepotismo, della raccomandazione.

Siamo convinti che il berlusconismo esplicherà i suoi effetti peggiori proprio nella fase del suo decadimento.  

Dal 1994 ad oggi abbiamo visto di tutto: un presidente del consiglio dei ministri che fa eleggere i suoi avvocati in parlamento per farsi cucire le leggi su misura per i suoi processi; procaci igieniste dentali diventare consiglieri regionali al modico prezzo di 20mila euro al mese; avvenenti show-girl diventare ministri; ministri dell’istruzione che ammettono pubblicamente di aver copiato all’esame abilitante alla professione, fino ad arrivare al punto di attribuire ad un capo di stato una nipote puttana, minorenne, ma puttana, con tanto di voto parlamentare.

Se questo è il quadro di riferimento,  qualcuno si può “legittimamente” chiedere: “Cosa c’è di male?”

Non sarà né la prima né l’ultima volta che questo accade, di che cosa ci si dovrebbe vergognare? Non approfittarne sarebbe da “schiocchi”, o no!

Forse non c’è nulla di male, perché “munnu era, munnu ète e munnu sarà”, disse il padroncino al giovane Di Vittorio che aveva in testa strane idee egalitarie!

Forse veramente non c’è nulla di male. Lo abbiamo visto anche nella nostra Regione, due estati fa, quando Vendola azzerò la Giunta: chi per anni, dall’opposizione, aveva predicato bene, appena in maggioranza aveva cominciato a razzolare male.

Che motivo c’è di strillare tanto? Non è così che si fa l’opposizione!

L’opposizione si fa “serenamente”, “pacatamente”: una mano lava l’altra ed entrambi lavano la faccia. Ma sì, “unci l’assu cusì ‘a rota camina”.

È così che fan tutti? E allora… su…

Su certe questioni non c’è destra, non c’è sinistra: questo o quello pari sono!

Dice “giustamente” il Molto Onorevole Razzi “qui ognuno si fa i cazzi suoi”. Cotanto Onorevole proviene da “L’Italia dei Valori, o meglio, da “L’Italia dei cazzi suoi”  ed è transitato nel gruppo dei “Responsabili” per continuare a farseli.

Che volete che sia quello che è successo qui! C’è un parlamento pieno di questi individui che vengono chiamati, perché lo sono,  Onorevoli,  che rappresentano la massima Istituzione italiana non solo in Italia ma perfino all’estero.

Se nei confronti di uno che diffama le Istituzioni in questo modo e  vende il voto per mille euro, secondo il tariffario dichiarato dallo stesso Onorevole, nessuno procede, mi sembra altrettanto onorevole porre in atto una messa in scena per 750,00 euro per sei mesi, tanto questi quattro cialtroni li sistemo con po’ di latinorum.

Qual è il problema? Dove sta lo scandalo?

Non c’è nessun problema e nemmeno c’è scandalo: siamo noi che siamo invecchiati giovani, ed è per questo che riteniamo oggi, che siamo vecchi, come ieri, quando eravamo giovani, insopportabile l'arroganza del potere.

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