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Dati dichiarazione dei redditi 2015: Alliste al terzultimo posto

Alliste nel triangolo della miseria

3/3/2017

Candido viveva in Vestfalia, in uno splendido castello dotato, persino, di porte e finestre. Il proprietario era il barone Thunder-den-Tronckh, il più grande signore della provincia e perciò del mondo. Il suo precettore era Panglloss che insegnava una dottrina filosofica secondo la quale il mondo è il migliore dei mondi possibili.

Questa è una breve presentazione del libro “Candito, o l’ottimismo”, scritto da François-Marie Arouet (meglio conosciuto come Voltaire). Ma se la lettura non vi attira potete venire ad Alliste.

Nella mia esperienza politica, rigorosamente all’opposizione, ho spesso sentito dire che Alliste era il paese dei primati in molti campi. Molti, si sentiva dire, “lo portano ad esempio”, “ci hanno copiato”. La narrazione del miglior comune possibile che dura ormai da dodici anni.

Ad Alliste le “cose si muovono”: grandi e costose opere pubbliche; la cosiddetta “passeggiata”,  ricavata sventrando la scogliera che congiunge Torre Sinfonò con il Veleriano,  era  “un’nfrastruttura” che, chissà per quale motivo, dicevano, forse ancora dicono,  avrebbe fatto da volano allo sviluppo economico; le luminarie natalizie, pagate attingendo al capitolo Tassa rifiuti solidi urbani (vietato dalla legge), che avrebbe “fatto contenti i commercianti” (cito parole testuali dell’assessore al bilancio dell’epoca) che, anche qui chissà perché, avrebbe dato impulso ai consumi.

Qualche giorno fa, il Ministero dell’Economia e della Finanza ha diffuso i dati delle dichiarazioni dei redditi degli italiani relative all’anno di imposta 2015.

A livello di nazione siamo così messi:

Lavoratori dipendenti 20.660 euro;
Pensionati 16.870 euro
Imprenditori (ditte individuali) 19.990 euro
Imprenditori (soci di società di persone) 17.020 euro.

In pratica, i dipendenti guadagnano 1000 euro in più degli imprenditori ditte individuali e gli imprenditori in forma associata appena 200 euro in più dei pensionati.

Ma veniamo a noi, cioè ad Alliste, cioè in uno dei vertici del “triangolo della miseria”. Infatti, le dichiarazioni dei redditi degli allistini narrano una realtà diversa.

Il reddito imponibile degli allistini è pari a 11.385,64 euro, dopo Alliste, staccati di qualche centinaia di euro ci sono Morciano di Leuca e Acquarica del Capo.

Da notare che, rispetto al dato nazionale, il reddito imponibile degli allistini che fanno la dichiarazione dei redditi è 5.000 euro di meno rispetto ai pensionati italiani.

Si parla di reddito imponibile, che non significa solo soldi, ma significa anche reddito figurato, cioè il reddito attribuito agli immobili di proprietà per essere tassato.

Ciò significa che i soldi veri e propri sono ancora di meno perché bisogna togliere le tasse e imposte.

Allo Stato versiamo l’IRPEF; .

alla Regione l’addizionale regionale IRPEF;

al Comune:

1) Addizionale comunale IRPEF

2) la TA.RI. (Tariffa sui Rifiuti)

3) l’IMU (l’Imposta Municipale Unica)

4) la TA.S.I. (Tassa sui Servizi Indivisibili)

Queste ultime tre, fra l'altro, non sono detratte dall’imponibile IRPEF, perciò tassate come reddito disponibile, quindi paghiamo tasse su tasse.

Undicimila euro lordi all’anno (che bisogna depurare dai redditi figurativi dei fabbricati di proprietà) significa un lordo mensile che è molto al di sotto dei 1000 euro, con i quali bisogna pagare le sei tasse sopra elencate. A questi bisogna sottrarre le utenze domestiche, le tasse scolastiche, il bollo auto e tutte le altre tassazioni e imposizioni che non sono direttamente collegate al reddito, ma alla richiesta di servizi.

Scriviamo una semplice equazione:

Reddito netto = (Reddito lordo – Tasse nazionali – Tasse regionali – Tasse e imposte comunali) – Reddito figurativo.

I dati socio-economici sono la bussola che orienta la politica, almeno quella che non si parla addosso, e servono a far capire all’amministratore quali politiche di bilancio adottare.

Da questi dati la politica (specie quella locale, quella che vive vicino ai cittadini) trarrebbe la conclusione che è inevitabile una manovra sulle tasse e imposte locali: drastica riduzione per aumentare il reddito disponibile.

Ma questo significa aver adottato, in passato, una politica di spesa oculata. Della crisi scoppiata nel 2008 (che forse è meglio chiamare ormai depressione che durerà chissà quanti anni ancora) vi erano state avvisaglie già a cominciare dal 2000. Non solo, ma all’avverso ciclo economico bisognava aggiungere le politiche di convergenza deflazionistica che dovevano condurci all’Euro. Dico questa cosa oggi avendola detta  nel 2000 in un intervento in consiglio comunale, ed è allegata agli atti, quando ancora c'era la lira ed ero in maggioranza.

Saper leggere i segnali, sapere che cosa sta succedendo nel mondo, aver coscienza dell’impatto che tutto ciò può avere su un tessuto economico-produttivo debolissimo è ciò di cui si deve far carico chi amministra una comunità, in special modo quando vi è il vincolo di pareggio  di bilancio da gestire con i criteri del federalismo fiscale (o imposizione diretta da parte dei comuni).

Oggi, invece,  ci troviamo  nell’infernale triangolo della miseria senza avere la possibilità di manovrare le tasse comunali al ribasso, perché l’allegra politica di spesa degli anni 2006-2011  ha costretto ad attuare misure da comune dissestato, sottraendo agli amministrati reddito reale.

Reddito reale significa la quantità di cibo che si mette in tavola a colazione, a pranzo e a cena.

Solo Pangloss e Candito possono ancora pensare di vivere nel migliore comune possibile.

 

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