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Sarà per non perdere la propria autostima che si scambia come Nelson Mandela un volgare arrampicatore sociale

Dalla “sindrome di Stoccolma” all’allucinazione da acido lisergico.

07/10/2021

I social, fra i mille difetti, hanno il pregio di far capire in quale mondo si vive. Ciò perché ognuno, tramite questi strumenti, fa la sua analisi su qualsiasi argomento. Non importa quanto complesso esso sia o quanto studio necessiterebbe prima di sparare bordate assertive. Ma è sulla politica in generale, e sulle elezioni in particolare, che i social ci offrono il materiale più prelibato.

Prima che Zuckerberg liberasse, attraverso la sua piattaforma, il Charles Wright Mills che è in noi, le analisi elettorali riguardavano solo quei centri che erano degni di essere commentati in TV, e, per esempio, sapevamo tutto su un politico di Milano e quale fosse il “mood” dell’elettorato che lo aveva prescelto, mentre nulla sapevamo su come si fosse formato il consenso o il dissenso sulla classe politica del nostro paesino. Oggi, proprio grazie ai FB, si ha la possibilità di capire come si forma il pensiero collettivo anche nelle realtà più periferiche (cioè quelle che, con un’espressione più colorita, si possono definire il “buco del c… del mondo”) che, però, sommati formano il paese intero. Ed è molto interessante.

In “Up patriots to arms”, Battiato cantava: “L'Ayatollah Khomeini per molti è santità / Abbocchi sempre all'amo”, ma sarebbe banale pensare che quel grande intellettuale si riferisse all’Iran, o solo all’Iran.

Infatti, da un lato ci sono i documenti che certificano chi, senza ombra di dubbio, ha causato, voluto, perseguito il disastro pubblico ed il nesso causale fra questo e i benefici privati, dall’altro la narrazione collettiva che li descrive come la reincarnazione di un martire votato al bene comune.

La “sindrome di Stoccolma” (“dimostrazione palese di un legame traumatico, che indica la paradossale situazione in cui la vittima di qualsivoglia atto violento avverte un sentimento di simpatia, empatia, fiducia, attaccamento e persino amore nei confronti del suo aggressore / sequestratore”), può, in prima approssimazione, spiegare l’adorazione verso chi ha causato danni che si riverberano nella nostra vita comune. Ma non basta, perché leggendo quanto viene scritto si ricava che viene asserito per reale ciò che, a voler essere benevoli, è solo un ingannevole gioco di specchi. Magari a qualcuno piace credere a ciò che si riflette per non perdere la propria autostima.

Fra il 1902 e il 1905, ad Alicudi, ci fu una delle più lunghe allucinazioni collettive che si sia mai registrata, causata dall’acido lisergico (LSD). Gli abitanti della piccola isola dell’arcipelago delle Eolie testimoniavano di aver visto esseri umani trasformati in corvi o gatti e animali fantastici sparire nel nulla. La spiegazione che si diede la scienza fu quella della panificazione con farina infestata da un fungo parassita delle graminacee che provoca effetti allucinogeni.

È necessario avere qualche rudimento di ottica per capire che l’immagine proiettata sul muro di una stanza buia, che filtra dall’esterno da un piccolo forellino, è capovolta rispetto al soggetto vero, o che una matita immersa per metà in bicchier d’acqua sembra spezzata per effetto della rifrazione, per non scambiare un’illusione per realtà. E tuttavia, chi della realtà dà la sua immagine capovolta o fa vedere la matita spezzata, leggendo le disamine sui social, ha il suo seguito ed è tributato di adorazione divina.

Se ad Alicudi fu il pane impastato con la “segale cornuta” a creare allucinazioni per tre anni, credo che sia LSD quello che acidifica le piogge, perché altrimenti non si incorrerebbe nella falsificazione marchiana della realtà, tanto da far passare per Nelson Mandela colui che è semplicemente un arrampicatore sociale che percorre la scorciatoia della politica.

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